BELÌCE ATLAS
BY TRAUMA

I progetti della città sono stati condannati come la rappresentazione del "cimitero delle avanguardie": un esperimento fallito nella spettacolare, monumentale e frammentata, messa in scena inconsapevole e inquietante del concetto entropico delle "rovine al rovescio" di Robert Smithson, ulteriormente compromesso dall'apparentementemente scarsa preoccupazione mostrata verso l'esperienza vissuta dagli abitanti locali.  David Williams

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Manifesto Gibellina Nuova sperimenta un modello originale di mediazione creativa.
"Belìce Atlas" è il passo fondamentale del Manifesto Gibellina Nuova che servirà sia come progetto per Gibellina per pianificare il suo futuro, sia come quadro di ricerca per garantire che il Manifesto Gibellina Nuova raggiunga un reale impatto di lungo termine per i cittadini.

Manifesto Gibellina Nuova  – Dream in Progress vuole provare un nuovo modello di mediazione creativa - un'approfondita ricerca urbana per decodificare la Valle del Belìce prima di definire il programma creativo, come modo di preparare la tela su cui un pittore può iniziare a lavorare. Per Manifesto Gibellina Nuova, abbiamo incaricato uno studio di architettura leader a livello mondiale, TRAUMA, per condurre la ricerca.
Il risultato è "Belìce Atlas", un'indagine interdisciplinare sulla Valle del Belìce che copre architettura, archeologia, antropologia, ricerca archivistica, storie personali e memoria.*

Un team locale di mediatori creativi e interdisciplinari tradurrà la ricerca nel programma creativo di Manifesto Gibellina Nuova. I risultati dello studio urbano saranno tradotti in un programma creativo da locali mediatori creativi interdisciplinari. Lo scopo di questo approccio è quello di fornire nuove competenze e nuove prospettive di lungo termine a Gibellina Nuova e dare ai suoi abitanti strumenti per sbloccare il futuro della loro incredibile città.

 

Offrendo alla città di Gibellina un riflesso di grande valore, Belìce Atlas mostra il racconto della storia passata e recente della città attraverso la prospettiva del futuro. Belìce Atlas cattura la complessità di Gibellina e dei suoi abitanti, così come i collegamenti storici e attuali tra la città, la Valle del Belìce, il Mediterraneo e l'Europa. Lo studio mostra l'impegno congiunto del Comune di Gibellina e di Manifesto Gibellina Nuova per sviluppare una mostra che sia veramente connessa con la ricchezza culturale, la storia, l'ospitalità, lo spirito di convivenza pacifica di Gibellina e la visione della città per il futuro.

— S. Mattarella

"Belìce Atlas" funzionerà come uno strumento sostenibile, un'eredità di lunga durata - la mostra Dream in Progress - sviluppata da Manifesto Gibellina Nuova per i prossimi due anni.

— H. Lecube, Experimental Prototype Community of Tomorrow.

Prefazione di Belìce Atlas a cura di TRAUMA

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Non esiste un modo univoco per avvicinarsi a Gibellina.
La città non può essere ridotta ad una singola affermazione o ad una definizione precisa. È piuttosto un mosaico complesso di frammenti e identità che emerge da secoli di incontri e scambi tra civiltà. Gibellina è storicamente cosmopolita. La sua archeologia materiale, la sua eredità culturale, i suoi tratti somatici e gli ecosistemi sono le prove tangibili di un trauma di lunga durata.
Oggi Gibellina può essere considerata un arcipelago del globale: non una città globalizzata in sé, ma piuttosto un incubatore di diverse condizioni globali, che qui rivela problematiche, personaggi e potenzialità uniche, rendendo la città un progetto ideale per il Mediterraneo e l'Unione Europea nel loro complesso.
Allo stesso tempo Gibellina Nuova probabilmente non è più una città come la conosciamo, essa funge da nodo per una geografia estesa di reti e sistemi che vanno ben oltre l'area euromediterranea, rimodellando rapidamente la propria identità e il proprio ruolo all'interno dello scenario geopolitico.
Le realtà locali della città sono espressione di nuove condizioni globalizzate. Allo stesso tempo, portano evidenti tracce di una cultura autoctona altamente specifica e della controversa storia moderna della città. È in questa tensione tra un'identità globale fluida e un ambiente locale irriducibile che Gibellina Nuova trova il suo carattere complesso e specifico nell'era della post globalizzazione.
Il lavoro che segue rappresenta un tentativo di indagare entrambi gli aspetti: da un lato si utilizza la città per scrivere la storia di un'intera regione, dall'altro si affronta una riflessione su personaggi che sono specifici di Gibellina Nuova e della Valle del Belìce. Il lavoro è basato su una raccolta onnivora di storie e testimonianze raccolte sul campo e supportate dai dati. Nel complesso, si propone di offrire un punto di vista critico sulla città, attraverso una selezione di istantanee rappresentative della sua condizione attuale.
Basato sul formato di una rivista - un numero speciale sulla Valle del Belìce e Gibellina - il documento è strutturato in articoli, ognuno sviluppato su una serie di argomenti:
- La narrazione sulla Valle del Belìce attraverso la lente del suo ruolo storico di epicentro. Estendendo i concetti di "viaggio" e "viaggiatore", si parte dalla dimensione storica dei primi studiosi arabi in viaggio in Sicilia dal IX secolo, fino all'impatto più recente sulla città delle migrazioni (di uomini e di altre specie), turismo, cambiamenti climatici e topografia sociale e tettonica del trauma.
- L'esplorazione del legame fisico, politico ed emotivo tra la città e la sua controversa storia post-terremoto, attraverso media, testimonianze architettoniche e memorie private.
- L'identificazione di quei siti e storie che rappresentano sia l'archeologia fisica della città e le sua condizione attuale, sia l'illustrazione di una selezione di luoghi, progetti e percorsi per l'esposizione. Un'agopuntura urbana rappresentata come una strategia. Manifesto Gibellina Nuova metterà in discussione l'identità dominante di una mostra di arti visive liberando una serie di interventi diversi, basati su partnership locali e impatto a lungo termine.

Le informazioni qui raccolte sono il risultato di una serie di incontri e conversazioni formali e informali con cittadini selezionati nel corso del progetto di studio. La nostra più sincera gratitudine va a loro e ai loro inestimabili contributi."

 

* Topografia del trauma è un progetto di ricerca che, nato nel 2008 come ricognizione su scala europea di luoghi colpiti e modificati da diversi tipi di traumi, si è poi configurato in uno studio più preciso sul territorio della Valle del Belìce, in Sicilia. Le attività di Landform concentrano infatti, in un’unica esperienza: formazione, produzione culturale, diffusione crossmedia, coinvolgimento delle comunità chiamate a fornire narrazioni che vengono poi rielaborate dagli outsider. Obiettivo della piattaforma è generare forme diverse di scambio e di conoscenza in cui professionisti e ricercatori provenienti da discipline e ambiti professionali differenti lavorino insieme per generare nuove visioni dei luoghi e per sostenere azioni consapevoli in campo politico, economico e culturale.

Topografia del Trauma, Valle del Belìce, Sicilia: un'Indagine Terriroriale. A cura di Laura Cantarella e Lucia Giuliano